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UEFA – Champions League: Triplete italiano servito

UEFA Champions League

Con la finale di sabato si è conclusa la stagione europea del calcio.

Come ci si aspettava ha vinto la squadra inglese, mentre nelle altre coppe una spagnola e l’altra ancora inglese.

La nostra storia, quella della Vecchia Signora, ci ha sempre portato a tifare per le altre squadre in Europa quando c’erano italiane in ballo, ma dopo i fatti di quest’anno il non Triplete ci ha fatto gioire oltre ogni limite.

Per coloro che si attaccheranno al tradimento del sentimento italiano ricordiamo che ogni volta che la Juventus si è giocata una finale avevamo contro tutto il resto dell’Italia, e addirittura in alcuni casi abbiamo assistito in strada a caroselli di gioia per la nostra sconfitta, quindi non fateci la morale, il più pulito di voi ha la rogna. Ricordiamo che qualcuno ha anche fatto le magliette sulle sconfitte della Juve.

Detto questo, non possiamo negare che come Federazione non contiamo nulla, nonostante il presidente della Federazione Italiana Giuoco Calcio sia stato nominato da quest’anno vicepresidente della UEFA.

Questa nomina ha fatto pensare a ringraziamenti extra calcistici da parte della UEFA, dato che ha coinciso con il caos Juventus, ma non abbiamo prove e quindi ce lo teniamo per noi, come milioni di tifosi bianconeri.

Tornando alle finali:

  • Come si fa a negare il rigore alla Roma ?
  • Come si fa a non dare vittoria alla Viola dopo il lancio di bulloni e aggressioni da parte di una delle tifoserie più violente del Regno unito, su cui libri e film si sprecano ?
  • Come si fa a non vedere che il City, forte già di suo, ha potuto  usufruire di un arbitraggio molto “permissivo” ? Da parte di un arbitro, Szymon Marciniak, che aveva già arbitrato il City in semifinale ?

Non si chiede di avere favori ma il rispetto delle regole.

Ma da dove nasce questo equivoco ? Nostra opinione è che il “campanilismo” italiano che porta al tutti contro tutti crei una federazione basata su amici degli amici, su favoritismi a macchia di leopardo e non avere una Serie A monolitica che capisce che sfavorire una squadra italiana in Europa vuol dire danneggiare il sistema calcio italiano nel suo insieme.

Siamo al medioevo del calcio italiano, medioevo in cui c’erano le Signorie una contro l’altra dilaniandosi in guerre locali e indebolendosi nel momento dell’invasione straniera con eserciti imponenti.

Ma logicamente una serie A monolitica che chiede il rispetto delle regole dovrebbe accettare che una Salernitana non possa iscriversi perché di proprietà del patron della Lazio, e non attendere sei mesi e poi come al solito trovare la soluzione “pastrocchio” all’italiana.

Una serie A monolitica che chiede il rispetto delle regole dovrebbe accettare che se non si pagano gli stipendi in tempo si è penalizzati, mentre ora non si paga ma con le liberatorie dei giocatori si può scampare la penalizzazione.

Una serie A monolitica che chiede il rispetto delle regole dovrebbe accettare di investire nel calcio a cominciare negli stadi, e non allungare il piattino per avere soldi pubblici per proprietà poi private.

Insomma “chi è causa del suo mal pianga se stesso”.

Certo questo male pervade ogni settore della Società italiana, ma qui parliamo di calcio e non di sociologia.

Queste finali dovrebbero far riflettere tutto il Sistema calcio italiano su quale rotta intraprendere per crescere e arrivare ai livelli accettabili di sostenibilità, ma dovremmo anche eliminare sanguisughe che drenano denaro dalle Società, e le pulci e zecche senza un parassitario efficace non spariscono.

 

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