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I più “cattivi”
- Updated: 08/01/2014
Passato un Natale in cui tradizionalmente si è tutti più buoni, dopo si può anche non esserlo con la CLASCHIFICA dei calciatori più insultati ed odiati di questa generazione: oltre ai cori razzisti, o sputare a Christian Poulsen, o dare del fedifrago razzista a John Terry e dello zingaro mercenario a Zlatan Ibrahimovic, Animal Sport ha accumulato e raccolto le peggiori nefandezze dei 5 più presi verbalmente di mira:
N°5+1 – Pepe. Sul campo è stato protagonista di risse, crudeltà, provocazioni e brutalità, tra cui calpestare la mano di Messi e confrontarsi poco civilmente con un arbitro a suo dire “imbroglione figlio di p*****a”, che gli son costate pesanti squalifiche, è indubbio che su di lui piovano fischi e buu tanto violenti quanto il suo aspetto di mattina;
N°5 – Sergio Busquets. Simulare è un’arte, che bisognerebbe mettere da parte, soprattutto in un’era in cui anche la forfora dei capelli ingellati dei calciatori è in Full HD. Il re dei cascatori actor’s studio è quindi deriso (soprattutto a San Siro e al Bernabeu) con cori sulla Cagnotto (tipici milanesi) e sul Camp Nou ospitante ogni domenica la Notte degli Oscar;
N°4 – Luis Suarez. Prolifico scorer dal comportamento problematico: 8 giornate di squalifica e 40.000 sterline di multa per insulti razziali a Patrice Evra nel ‘11 e soprattutto 7 giornate nel novembre ‘10 e ben 10 nell’aprile ‘13 per morsi agli avversari (Otman Bakkal prima, Branislav Ivanović poi). Etichettato come Vampiro di Amsterdam e Cannibale di Anfield, è schernito fino ai photoshop coi canini alla Twilight e la maschera di Hannibal Lecter;
N°3 – Joey Barton. Famoso quasi solo per le sue malefatte: condannato 2 volte per violenza, passò 77 giorni in carcere, poi per l’elenco completo conviene consultare Wikipedia. Tendente alla sociopatia, usa Twitter più della carta igienica ed è lì che prende le maggiori ingiurie, commentando compulsivo senza filtri su Neymar (giocoliere da Playstation, Justin Bieber e piscio di gatto), Thiago Silva (transessuale ciccione) e Ibrahimovic (nasone) tra gli altri, che poi hanno risposto per le rime: “Barton chi?” (Neymar), “Non ricordo di aver giocato contro di lui in Nazionale” (Thiago Silva) e “Mio naso più grosso di tuo affare, poi vedi se ti incontro fuori da stadio” (Ibra, non ufficiale);
N°2 – Marco Materazzi. Sono note tutte le controversie che è stato capace di creare, quindi un aneddoto vale più di altre parole: Milano, settembre ‘11, fuori da un negozio in cui presenziava la stella NBA Kobe Bryant per una pubblicità, una folla infinita di gente riunita per il giocatore dei Los Angeles Lakers vide arrivare l’eroe di Berlino all’entrata dello store: dal fondo si levò come un’onda anomala il classico coro “Materazzi figlio di p*****a”. Un frastuono, una bordata, un’eco assordante. Piuttosto notevole se si pensa che fu pronunciato da una folla di amanti di basket ad un evento dalla totale assenza di rilevanza del calcio: una fama che oltrepassa i confini sportivi;
N°1 – Mario Balotelli. Oltre ai deprecabili ed assurdi cori razzisti, Mario si becca insulti da chiunque per: auto distrutte, litigi con allenatori (Mourinho e Mancini in primis), casa in fiamme a causa di fuochi d’artificio, caratteristica arroganza in campo e fuori, innumerevoli multe, la maglia gettata dopo la semifinale col Barça del ‘10, l’incidente della pettorina in allenamento a Manchester, gossippate tra mamma Fico e altre donnine, le freccette ai ragazzi della Primavera del City, ecc.. Why Always Me? Because it’s ALWAYS you, boy!
Animal Sport ogni Domenica in diretta dalle 15.00 alle 18.00 su Radio Milan Inter TV (Lombardia FM 96.10 – Canale 777 DT), seguici anche su FB.
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